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Mese: Maggio 2025

Katarina Taikon

“Quando sono venuta al mondo, trent’anni fa, mio padre e alcuni dei suoi fratelli avevano montato il loro campo in un boschetto. Era la fine di luglio, sotto il segno del Leone.”

Di Katarina Taikon ho tradotto KatitziKatitzi e il piccolo SwingKatitzi nella buca dei serpenti e Katitzi va in città.

[Articolo comparso per la prima volta sul catalogo dei Miniborei 2025, Iperborea.]

CAPELLI CORVINI, VESTITI COLORATI E LA LUCE NEGLI OCCHI

Katarina «Katitzi» Taikon

di Samanta K. Milton Knowles

Katarina – le origini

Quando sono venuta al mondo, trent’anni fa, mio padre e alcuni dei suoi fratelli avevano montato il loro campo in un boschetto. Era la fine di luglio, sotto il segno del Leone.

Katarina Taikon descrive così il giorno della propria nascita, il 29 luglio 1932. Il padre Johan faceva parte dei rom kalderash, emigrati dalla Russia intorno al 1900, che avevano dato vita ai primi clan di rom svedesi. La madre Agda Karlsson era invece una gağí, una non rom. I genitori si erano conosciuti nel 1924, quando Agda aveva ventun anni e Johan quarantasette, in un ristorante di Göteborg in cui lei faceva la cameriera e lui il violinista. Prima di Katarina ebbero tre figli: Paul, Rosa e Paulina, da tutti chiamata Lena.

L’anno dopo la nascita di Katarina, Agda morì di tubercolosi. Per fortuna la prima moglie di Johan, Masha, viveva ancora con la famiglia: Mamì, come la chiamavano i bambini, si prese cura di loro finché Johan non incontrò un’altra donna. Quando nacque la loro prima figlia comune, Johan e Siv affidarono Katarina, che a quel punto aveva cinque anni, ai coniugi Kreuter, circensi e proprietari di un luna park. Lì la bambina visse per due anni in una casa, con una stanza tutta per sé, bei vestiti e cibo a volontà. Ma nell’estate del 1939 i Kreuter la consegnarono all’orfanotrofio di Umeå. Il motivo? Avrebbero voluto adottarla ufficialmente, ma all’ennesimo rifiuto del padre si arrabbiarono e abbandonarono la bambina al suo destino.

Katitzi – l’infanzia

«Katitzi! Katitziii…! Ma dove si è cacciata? Tocca sempre cercarla.» La signorina Larsson era furibonda. In venticinque anni da direttrice le sembrava di non aver mai avuto nel suo istituto una peste come Katitzi.

Che tipo sia Katitzi è chiaro fin dalle prime righe del primo libro della serie di cui è protagonista. Ha sette anni, è da poco arrivata all’orfanotrofio di Umeå e dopo due anni da «quelli del circo» ha ormai dimenticato il suo vero padre e i suoi fratelli. La vita all’istituto è dura per lei. Il suo temperamento non l’aiuta, e continua a mettersi nei guai. La severissima signorina Larsson non fa che rimproverarla, mentre la gentile signorina Kvist è la sua àncora di salvezza. Poi ci sono i coetanei Gullan e Pelle, veri amici, ma anche Rut, che non perde occasione per prenderla in giro per i capelli o i vestiti. Quando Johan Taikon si presenta all’istituto per riprendersi sua figlia, Katitzi si rifiuta di andare con quello sconosciuto dalla lunga barba nera. Sarà la dolce signorina Kvist a convincerla a tornare al campo dalla sua famiglia.

La storia di Katitzi si dipana nell’arco di tredici libri (di cui Iperborea ha finora pubblicato i primi quattro), scritti da Katarina Taikon tra il 1969 e il 1980, ambientati in Svezia tra gli anni Trenta e Quaranta e ormai diventati classici che hanno accompagnato per decenni i bambini svedesi.

Il lettore segue Katitzi nelle sue avventure al campo e in giro per la Svezia dai sette ai sedici anni, scoprendo cosa significava crescere e vivere da rom a quei tempi. I rom erano esclusi dalla società svedese, non era loro permesso di vivere in case, correvano sempre il rischio di essere cacciati e costretti a spostare il proprio campo, non potevano rimanere nello stesso comune per più di tre settimane e i bambini non potevano andare a scuola.

Seppure gli anni siano passati, questi libri sono di un’attualità disarmante e permettono di comprendere empaticamente la discriminazione attraverso il punto di vista di chi la subisce e vuole raccontarsi per sfuggire agli stereotipi. I libri trattano temi come diversità, disparità sociale, razzismo, segregazione, maltrattamenti in famiglia, e la vulnerabilità dei bambini, sempre vittime delle dinamiche degli adulti. Nelle avventure della serie si respirano però anche coraggio, curiosità, solidarietà, umanità, senso della famiglia, ribellione, bisogno di riscatto. La piccola protagonista, che di fatto è Katarina stessa con qualche elemento romanzato, dona speranza e gioia con la sua forte e vivace personalità.

Taikon – la scrittrice

Katitzi lo aveva già visto. Rimase a bocca aperta dallo stupore. Lo aveva visto con gli altri ragazzi quando erano in visita al campo. Ma era vecchio, aveva almeno diciannove o venti anni. Certo, però, non era poi così alto. Katitzi lo aveva sentito parlare. Le era sembrato arrogante e spaccone, e Paul aveva riso di lui. Era dunque quello il suo promesso sposo?!

Data in sposa a tredici anni a un ragazzo rom di otto anni più di lei, poco dopo Katarina scappò dalla famiglia del marito e grazie alla propria tenacia riuscì a ottenere il divorzio a sedici, nel 1948. Negli anni Cinquanta lavorò come attrice per il cinema e il teatro, spesso insieme a sua sorella Rosa. Come molti altri rom della sua generazione, Katarina Taikon non aveva potuto frequentare la scuola da bambina e imparò a leggere e scrivere solo all’età di ventisei anni in una scuola per adulti. E poi riuscì a realizzare il proprio sogno di diventare scrittrice.

Fu quando imparò a leggere che si rese conto di quanti diritti fondamentali venissero negati ai rom, a differenza delle altre minoranze. E fu allora che decise di dedicarsi anima e corpo all’attivismo. Debuttò nel 1963 con il libro Zingara, in cui denunciava le condizioni del proprio popolo combinando racconto autobiografico e riflessioni. Quando uscì, il libro suscitò un grande dibattito e fu definito «una sveglia che suona forte». Nel giro di una notte Katarina Taikon divenne la portavoce di tutti i rom della Svezia e si adoperò in ogni modo per far ragionare le istituzioni. Quando il governo svedese mosse dei passi verso l’inclusione, prevedendo il diritto all’istruzione, alla casa e al lavoro per i rom, questo attirò l’attenzione internazionale e incentivò l’immigrazione rom da altri stati europei, provocando una chiusura da parte del primo ministro Olof Palme. Rendendosi conto che i pregiudizi della maggioranza della popolazione non potevano essere sconfitti se non rivolgendosi alle giovani generazioni, Katarina decise di dedicarsi alla scrittura per ragazzi con la serie di Katitzi.

Dopo anni di instancabile attivismo, nel 1982, a neanche cinquant’anni di età, Katarina Taikon ebbe un arresto cardiaco e finì in coma senza più risvegliarsi. La «Martin Luther King della Svezia» si era spenta per sempre, ma i suoi libri continuano a parlare ai bambini e agli adulti, generazione dopo generazione.

Trovate l’articolo e il catalogo qui

Katitzi va in città

Katitzi va in città di Katarina Taikon, ill. Joanna Hellgren, Iperborea, 2025, ISBN 9788870917376.

Katarina Taikon scelse un’arma formidabile per rivendicare i propri diritti e far conoscere il suo popolo: l’arte del racconto. Attraverso la vita di una bambina rom, le sue pagine parlano di diritti – e violazioni dei diritti – delle persone minorenni, di infanzia libera e dura insieme, di crescita e consapevolezza. Senza perdere mai la leggerezza e il divertimento, questa lettura apre una porta sulla conoscenza, sulla strada verso il rispetto e la dignità. – Amnesty International Sezione Italiana

Con il patrocinio della Sezione Italiana di Amnesty International, continua la serie di Katitzi, l’amato classico svedese su una vivace e avventurosa ragazzina rom decisa a realizzare i propri sogni e a combattere i pregiudizi, vincitore in Italia del Premio Orbil e del Premio Scelte di classe 2019.

Quando non è impegnata a cacciarsi in qualche guaio, Katitzi ama sognare a occhi aperti: diventerà una principessa, avrà splendidi vestiti e nelle sale del suo castello risuonerà la più bella musica rom. Non saranno certo le angherie di una matrigna senza cuore a distruggere i suoi piani! Eppure, la vita al campo è diventata troppo difficile, anche per una bambina solare e piena di vita come lei, e così una mattina Katitzi prende il suo scialle più bello, fa una carezza al piccolo Swing e scappa di casa. Ormai ha undici anni, non ha paura del grande mondo e sa cavarsela benissimo da sola. Le basta scambiare qualche chiacchiera con il lattaio e leggere la mano, con un po’ di fantasia, a un paio di persone che incontra sul suo cammino per riuscire a raggiungere Uppsala, dove abita la sua adorata mamì. Katitzi le vuole così tanto bene che è perfino disposta a farsi pettinare la sua nuvola di capelli arruffati. Continuano le avventure di Katitzi, che con il suo spirito libero, senza mai perdere la leggerezza e il divertimento, accende una luce sulle ingiustizie e sui diritti dei bambini.

Età di lettura: dai 6 anni

Non perderti i primi tre libri della serie: KatitziKatitzi e il piccolo Swing e Katitzi nella buca dei serpenti.

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In tenda con Pettson

In tenda con Pettson di Sven Nordqvist, Camelozampa, 2025, ISBN 9791254641972.

Quando Pettson ritrova una vecchia tenda da campeggio in soffitta, si ricorda di quanto era bello dormire in tenda sulle montagne. Il gatto Findus è subito entusiasta dell’idea, ma anche le galline vogliono partecipare all’impresa, e tutto si fa un po’ complicato…

Dopo aver quasi pescato il luccio più grande del mondo, finalmente Pettson e Findus crollano a dormire, e cosa importa se la tenda è piantata soltanto in giardino? Il vicino di casa avrà qualcosa da raccontare…

Una nuova imprevedibile ed esilarante avventura del duo Pettson e Findus, una serie da 2 milioni di copie vendute che continua a conquistare nuovi lettori!

Età di lettura: dai 5 anni

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Non perderti le altre avventure di Pettson e Findus pubblicate da Camelozampa: Una torta per FindusCaccia alla volpeIl Natale di Pettson e Starnazzi nell’orto.

Di Sven Nordqvist ho tradotto anche Dov’è mia sorella? e La strada di casa.

L’Oracolo vi parla

L’Oracolo vi parla di Liv Strömquist, Fandango, 2025, ISBN 9791256360789.

Cos’hanno in comune l’Oracolo di Delfi, l’astrologo personale di Ronald Reagan e Gwyneth Paltrow? Sono solo alcuni dei cosiddetti “esperti” a cui le persone si rivolgono – e si sono sempre rivolte – per migliorare vari aspetti della loro vita.

Oggi poi Internet pullula di influencer con milioni di follower pronti a dare consigli su tutto… che sia una dieta basata sul tuo segno zodiacale, iniziare la tua morning routine ballando Lemonade di Beyoncé o svegliarsi alle quattro per fare yoga.

La self care è diventata un’ossessione collettiva: viviamo in una società che ci spinge sempre di più a ottimizzare la nostra salute psichica e fisica, a essere più belli, più produttivi, più felici.

Con l’industria del benessere anche divertirsi è diventato un obbligo. Tutti sono pronti a dirci cosa fare, ma nessuno ci dice perché dovremmo farlo. Attingendo agli scritti di filosofi e sociologi, da Hartmut Rosa a Zygmunt Bauman, da Eva Illouz a Byung-Chul Han, Liv sviluppa una critica sottile e tagliente alla mania contemporanea per lo sviluppo personale.

Affrontando questioni esistenziali più ampie, come il senso ultimo della vita o l’accettazione della sua fine, ci fornisce un antidoto: un fumetto di autoaiuto contro il trend dell’autoaiuto.

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Non perderti gli altri fumetti di Liv Strömquist: Il frutto della conoscenzaI sentimenti del principe CarloI’m every womanLa rosa più rossa si schiudeDentro la sala degli specchi e Astrologia.