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L’autrice tratteggia una spaccatura evidente fra i generi, dove il maschile è prevaricante, violento, brutale, mentre il femminile è recepito soltanto come subalterno. Un tratto senza sfumature – che pure non mancano nei personaggi di contorno – che non ha la pretesa di essere esaustivo, commenta l’autrice – sostenuta dall’accurata traduzione di Samanta K. Milton Knowles tanto durante l’incontro quanto nelle sue pagine – ma quello di sottolineare senza dar spazio a fraintendimenti come lo sguardo con il quale ci definiamo e siamo definite ci condizioni.
Così Chiara Palumbo descrive Girls. L’intero articolo lo trovate qui
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Ha preso forma così una graphic novel che fa pensare e ridere, che sconcerta e indigna. Si intitola “Il frutto della conoscenza”, è disegnata con la felice scelta cromatica del bianco e nero, la pubblica Fandango Libri. L’ha tradotta Samanta K. Milton Knowles. Ed è non soltanto un viaggio sconcertante nella storia dei pregiudizi maschili, ma anche una sorta di beffardo manifesto dedicato a tutti quelli che ancora oggi fingono di non accorgersi quanto sessista e escludente, nei confronti delle donne, sia stata e sia ancora certa cultura.
Così Alessandro Mezzena Lona descrive Il frutto della conoscenza. L’intero articolo lo trovate qui
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Con un uso importante dell’ironia, la sentenza della Strömquist arriva pesante. Non esistono “vittima e carnefice”, sono invece le dinamiche familiari, le abitudini, i codici trasmessi di generazione in generazione a limitare, indirizzare e, sovente, a distorcere i rapporti personali.
Così Giulia Ghiglione parla de I sentimenti del principe Carlo. L’intera recensione la trovate qui.
Altre recensioni de I sentimenti del principe Carlo le trovate qui: Adrenalibri, voglioesseresommersadailibri.
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Altre recensioni di Ci si vede all’Obse le trovate qui: Pel di Carota, Meloleggo, Mangialibri, Atlantide Kids, Bookspedia.
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”In tutte le epoche e in tutte le culture, gli esseri umani hanno insegnato ai loro figli a stare attenti al fuoco. Se ci si avvicina troppo ci si brucia. E le cicatrici restano per sempre. Rimangono sul corpo come un eterno ricordo del fatto che hai trasgredito a una delle regole basilari della vita. La regola che ci dice di stare attenti a non sfidare forze dalle quali siamo condannati a essere distrutti.”
WOW, WOW, WOW!
Sono bastate poche pagine perché fossi totalmente conquistata da “Bugie sepolte”, complice forse un personaggio insolito e a tratti perfino irritante.
Così Giulia Pillon descrive Bugie sepolte di Kristina Ohlsson su ThrillerNord. La recensione completa la trovate qui. Altre recensioni di Bugie sepolte le trovate su MilanoNera e su Il Libraio.
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