Traduttrice editoriale SV>IT, DA>IT, EN>IT specializzata in letteratura infantile, young adult e fumetti

Tag: Liv Strömquist

Dentro la sala degli specchi

Dentro la sala degli specchi di Liv Strömquist, Fandango, 2022, ISBN 9788860448453.

Perché la bellezza è ormai un dovere quotidiano, in particolare per le donne, un obbligo in ogni stagione della vita al quale nessuna può sottrarsi?

Da dove nasce questa ossessione di offrire al mondo un’immagine di sé gradevole e “ritoccata”, a tratti persino ideale?

Viviamo nel cosiddetto “impero delle immagini” che influenza ogni ambito della vita. Con i nostri smartphone comunichiamo quotidianamente attraverso le immagini, datiamo quel che ci accade con le immagini, raccontiamo la nostra vita e conosciamo quella degli altri attraverso le immagini.

Ma spesso non sono immagini casuali o realistiche, ma ricostruite, adattate, filtrate.

E lo scopo di ogni intervento su quelle immagini è celebrare il “dovere” alla bellezza.

Un obbligo soprattutto per le donne, che devono cercare di mantenerla per tutta la vita, molto più a lungo che in passato.

Postando sui social le proprie foto ogni donna diventa, in un certo senso, una star, e ogni giorno siamo inondati da milioni di fotografie e di selfie di donne magnifiche, la cui bellezza è idealizzata e consegnata al capitalismo che ne fa una merce.

Dentro la sala degli specchi, Liv Strömquist analizza l’ideale contemporaneo di bellezza femminile legando a doppio filo il successo di Kylie Jenner, il racconto biblico di Giacobbe, Rachele e Lia, le ossessioni dell’imperatrice Sissi e l’ultimo celebre servizio fotografico di Marilyn Monroe.

Al centro della sua analisi ci sono sempre il desiderio che ci spinge a imitarci gli uni con gli altri, il legame tra sembianza e amore, il modo di fotografare oggi le donne, il cambiamento del rapporto tra età e bellezza e come l’immagine di sé può diventare un fardello ingombrante.

Fedele al suo stile sempre tagliente, ironico ed esilarante, Liv Strömquist sviluppa la sua tesi sia attraverso fatti e gesti di una moltitudine di personaggi storici, attori e stelle della tv, sia attraverso il pensiero di filosofi, storici e sociologi come Simone Weil, Zygmunt Bauman, Byung-Chul Han, Eva Illouz, René Girard, Susan Sontag o Richard Seymour.

Una cura per guarire dal narcisismo.

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La rosa più rossa si schiude

La rosa più rossa si schiude di Liv Strömquist, Fandango Libri, 2020, ISBN 9788860446916.

Come mai Leonardo DiCaprio ha avuto relazioni con fantastiche modelle senza mai innamorarsi di nessuna di loro?

Questo punto di partenza conduce la graffiante autrice e fumettista Liv Strömquist alla seguente ipotesi: innamorarsi è sempre più raro.

Siamo un po’ tutti, in fondo, dei Leonardo DiCaprio. Perché?

Liv Strömquist ci illustra con l’immagine e con la parola, e con sagace ironia, le principali teorie avanzate dai numerosi psicologi, sociologi e filosofi che hanno riflettuto sul tema: colpa del nostro estremo narcisismo; delle nostre infinite scelte razionali; del nostro distacco emotivo (ormai non più soltanto maschile) che porta al nostro bisogno imprescindibile di autonomia, al voler a ogni costo sfuggire dalla sofferenza delle relazioni amorose.

Per illustrare queste teorie che conducono tutte, secondo lei, al disfacimento o addirittura all’estinzione dell’amore, Liv Strömquist mette in scena in una brillante e colorata rappresentazione teatrale una folla di personaggi d’ogni tempo, da Socrate a Samantha di Sex and the City, dal Piccolo Principe a Beyoncé, da Teseo a Marsilio Ficino, fino alla poetessa americana Hilda Doolittle, autrice della poesia La rosa più rossa si schiude.

Eccoci dunque di fronte al formidabile condensato dei nostri spesso contraddittori comportamenti e dei nostri inesauribili dubbi sul discorso amoroso: pene d’amore, slanci, impegno o fuga, palpiti, tradimenti e amori multipli… tutti temi scandagliati con intelligenza e umorismo. Una vera e propria guida negli affari di cuore.

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Liv Strömquist – © Maja Flink

Intervista su LuciaLibri – I’m Every Woman di Liv Strömquist

LuciaLibri mi ha intervistato dopo l’uscita di I’m every woman di Liv Strömquist, Fandango 2019.

Secondo lei il corpo delle donne è ancora un tabù, in Italia? È un tabù in generale, o siamo più avanti di quello che pensiamo?

«È un tabù ogni volta che una donna crede di non poter dire “no”. È un tabù quando le cariche importanti sono ricoperte solo da uomini. È un tabù quando si ha paura di usare i femminili, grammaticalmente più che corretti, delle professioni. È un tabù quando il presentatore TV è uomo e la donna è sempre e solo la valletta. È un tabù quando in una recita di prima elementare ai maschi vengono proposti ruoli come orsetti, soldatini e clown, mentre alle bambine solo ballerine e bamboline. Quindi sì, è tabù. La donna stessa è ancora tabù per molti, troppi. L’Italia ha fatto passi avanti, ma la strada è ancora lunghissima!»

L’intervista completa a cura di Margherita Ingoglia la trovate QUI

I’m every woman

I’m every woman di Liv Strömquist, Fandango Libri, 2019, ISBN 9788860446183.

La signora Munch, la signora Pollock, la moglie di Stalin e la signora Presley… tutte donne riunite da un unico destino: essere vittime di uomini incapaci di comportarsi in modo normale e ragionevole con la propria partner. Chi erano davvero queste donne e come l’aver scelto un amore romantico ha rovinato la loro intera esistenza? In «I’m every woman» (che richiama la canzone di Whitney Houston e la sua sfortunata relazione con Bobby Brown), Liv Strömquist lancia le sue frecce avvelenate contro l’ordine patriarcale, senza dimenticare di dare, di passaggio, sempre con l’umorismo graffiante e la leggerezza che la contraddistinguono, risposte a domande del tipo: Chi erano i peggiori fidanzati della storia? Perché l’Arcangelo Gabriele definiva troie tutte le donne? E perché gli uomini che difendono i valori della famiglia nucleare (come un certo Papa) non vivono mai in famiglie nucleari? Liv Strömquist prosegue con intelligenza e raffinatezza la sua critica intransigente ai valori maschili che dominano la società contemporanea.

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Liv Strömquist – © Maja Flink

I sentimenti del principe Carlo

I sentimenti del principe Carlo di Liv Strömquist, Fandango Libri, 2018, ISBN 9788860445711.

Durante una conferenza stampa dopo il suo fidanzamento con Diana, chiesero al principe Carlo se fosse innamorato. Dopo qualche esitazione, rispose: “Sì… qualunque sia il significato della parola amore”. “Che cos’è l’amore?” Partendo dal presupposto che i problemi di cuore non sono affatto prerogativa di cantanti, star e teste coronate, Liv Strömquist riflette sui perché e sui come delle relazioni amorose. Carlo e Diana (e un incrocio di filosofi, cantanti, scrittori e i politici che popolano le pagine del fumetto) si sovrappongono a fatti e situazioni reali della nostra vita quotidiana. In modo metodico e intelligente, Liv Strömquist dimostra che, in amore, i ruoli e i comportamenti di ciascuno non dipendono da una qualche natura umana immutabile. Raccontando la storia della nostra società attraverso i rapporti d’amore, l’autrice ci invita a guardare le relazioni in modo più libero e spregiudicato svelando i limiti e le storture di un sistema eteronormativo e sessista. Dopo aver letto I sentimenti del principe Carlo, certamente ci sarà un po’ più chiaro il perché Carlo abbia lasciato Diana o perché Whitney Houston abbia perso la testa per un tipaccio come Bobby Brown ma, cosa più importante, non guarderemo più la nostra vita di coppia nello stesso modo. Saggio in forma di fumetto rigoroso e documentato, I sentimenti del principe Carlo è innanzitutto un’arringa appassionata per l’autodeterminazione e la liberazione dei corpi e delle coscienze. Col suo umorismo brillante e salvifico, il libro di Liv Strömquist spicca per la sua eccezionale vitalità e – grazie al suo tratto apparentemente naïf – raggiunge una singolare freschezza che ne rafforza le tesi. I sentimenti del principe Carlo ha avuto un enorme successo, ricevendo in particolare il premio della satira “Ankam” assegnato dal magazine Expressen, ed è stato messo in scena nel 2011 da Sara Giese al Malmö Stadsteater.

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Liv Strömquist – © Maja Flink

Il frutto della conoscenza

Il frutto della conoscenza di Liv Strömquist, Fandango Libri, 2017, ISBN 9788860445070.

Che cosa accomuna sant’Agostino, gli inquisitori, Jean-Paul Sartre, John Harvey Kellogg degli omonimi cereali e Sigmund Freud? Che cosa ha occupato insistentemente l’attenzione di medici, pensatori, sessuologi e Padri della Chiesa rigorosamente uomini dall’origine dei tempi e a qualsiasi latitudine? L’aver dedicato troppa attenzione all’organo sessuale femminile, chi proponendo fantasiose operazioni, chi sostenendo che la masturbazione provocasse il cancro, chi pensando di rintracciare nella grandezza delle piccole labbra segni del diavolo… Dopo secoli di repressione e silenzio, con una carrellata che va dagli antichi Greci, le donne preistoriche, la Bella Addormentata, fino alle divinità indiane, i libri di biologia e le pubblicità di assorbenti, l’autrice svedese Liv Strömquist solleva il velo che nasconde l’organo sessuale femminile, in un libro esilarante e documentatissimo, nel quale idee preconcette, convinzioni diffuse e teorie blasonate vengono frantumate dal buonsenso e dalla logica di chi racconta il corpo delle donne nella sua forma e in base ai desideri che esprime, se li si vuole ascoltare. Un atto di accusa irridente, politicamente scorretto, che sposta il baricentro del discorso di genere, riportandolo all’origine del mondo.

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Il 18 settembre 2023 sono stata intervistata da Kika Negroni su Flatlandia – Radio Onda d’Urto per parlarne. Trovate l’intervista qui.

Liv Strömquist – © Maja Flink